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Malattie da inquinamento arrivano i “medici sentinella”

6 dicembre, 2010 
Una rete di sanitari di famiglia per segnalare in tempo reale dal territorio i casi di cancro ed altre patologie tra i loro assistiti. L’esempio recente della discarica di Caserta. Intanto l’Italia “conquista” il record di tumori infantili nell’Occidente.

di ARNALDO D’AMICO: LI CHIAMANO “medici sentinella” perché segnalano a un centro dati nazionale cosa sta succedendo ai loro pazienti con cadenza quotidiana o settimanale. In genere sono medici di famiglia e sinora sono stati reclutati per “avvistare” i primi casi di influenza e prevedere il picco dell’epidemia annuale, tenere sotto controllo l’andamento dell’Aids o la diffusione del diabete con ottimi risultati, sia in Italia che in altri paesi europei. A differenza degli studi epidemidemiologici, le “sentinelle” colgono in tempo reale l’andamento della salute di una popolazione indicando subito il da farsi, senza aspettare i due anni in media necessarie alle indagini più accurate. La proposta ora è di includere le patologie da inquinamento tra quelle che i medici “sentinella” dovranno avvistare e segnalare.



L’iniziativa è dell’Associazione dei medici per l’ambiente, sezione italiana dell’International society of doctor for the environment (Isde) che ne ha spiegato la necessità in un recente convegno tra esperti e funzionari delle agenzie sanitarie e ambientali di varie Regioni italiane e paesi europei presso il comune di Bologna.
Le patologie di origine ambientale sono in aumento. Ma preoccupa più di tutte il cancro nei bambini, considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità la spia più sensibile di un ambiente malsano, in espansione generalizzata.
Nei bambini italiani tra 0 e 14 anni sono saliti da 150 casi per milione di nati a 175 in appena un trentennio. Peggio
va tra i 15 e i 19 anni dove ora si contano 270 casi l’anno. “Con l’invidiabile record di decessi nel mondo occidentale e che manterremo perché i casi di cancro in età pediatrica in Italia sono in crescita, in particolare entro il primo anno di vita, del 3,2% l’anno, e sono la prima causa di morte infantile”, spiega Ernesto Burgio, coordinatore scientifico dell’Isde. Un trend che ha spinto proprio in questi giorni i pediatri oncologi italiani (Aieop) a siglare un’alleanza internazionale per la cura delle lucemie, uno dei tumori più in crescita tra i bambini, dopo quelli cerebrali.
“La causa principale delle neoplasie infantili sta nella diffusione capillare in aria, acqua e cibi delle “molecole mimetiche” – dice Burgio – sostanze diverse tra loro ma che, una volta entrate nel corpo, rivelano una capacità comune, quella di “mimare” l’azione regolatrice di alcune molecole naturali”.
È il caso noto da tempo – hanno spiegato gli esperti – degli interferenti endocrini (diossine da combustione di rifiuti indifferenziati, Bpa e altri additivi esalati dalle plastiche, alcuni pesticidi e fitofarmaci, ecc) che, appunto, interferiscono con gli ormoni, causando malformazioni genitali, sterilità, tumori al seno e testicolo, diabete e altre gravi patologie. Recente invece la scoperta che alcune sostanze agiscono come i sofisticati regolatori genetici (che la scienza sta svelando di recente), attivando o spegnendo geni al pari delle molecole prodotte dal Dna per gestire il proprio funzionamento. Stanno rivelando questa capacità molti dei 105 mila composti chimici introdotti sinora nell’ambiente. Ma anche alcuni metalli liberati nelle acque da scarichi industriali, dalle discariche e nell’aria da tutti i processi di combustione, da quelli dei termovalorizzatori a quelli dei motori. Arsenico, cadmio, piombo, alluminio e mercurio i più pericolosi. Inoltre si accumulano nell’ambiente e nei corpi.
Utilissime le prime “sentinelle” schierate. “Non solo per la rapidità con cui segnalano aumenti di patologie gravi – spiega Roberto Romizi, presidente di Isde Italia – Ma perché, rilevando direttamente le malattie causate dagli inquinanti introdotti nell’ambiente, ne colgono gli effetti sinergici, mentre l’epidemiologia può indagare una o poche sostanze per volta”. E la sinergia tra inquinanti liberati da una discarica si può scoprire subito. Venti medici di famiglia della provincia di Caserta, coordinati da Giacomo Pulcino, hanno mappato la distribuzione sul territorio dei loro assistiti colpiti da tumori, bronchite cronica, allergie e patologie gastrointestinali. Hanno scoperto così che i malati di queste patologie sono oltre il doppio tra chi risiede a un chilometro dalla discarica di “Lo Uttaro” rispetto a chi vive a 3 chilometri. I risultati sono stati comunicati agli amministratori locali. Si attende una reazione.
(30 novembre 2010)
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